Adesso è ufficiale: Apple inizierà a utilizzare i processori basati su ARM Made in Cupertino sui MacBook entro la fine di quest’anno. Seppur i processori Intel continueranno a coesistere all’interno della lineup, la transizione richiederà qualche anno. Nel frattempo, Apple ha già in mente come gestire la fase intermedia spingendo buona parte degli sviluppatori a ricompilare le proprie app e renderle disponibili in modalità nativa.
Una storia di transizioni in casa Apple
Non è la prima volta che Apple si prepara a passare da un’architettura delle CPU a un’altra. L’era delle CPU PowerPC, iniziata nel 1994, si è conclusa nel 2005. In quel lasso di tempo, la join venture tra IBM, Motorola e Apple riuscì a creare processori con un approccio moderno e un set di istruzioni ridotto RISC. All’epoca, PowerPC risultava quindi nettamente diverso rispetto ai processori Intel. Tuttavia alcune limitazioni in termini di performance hanno comportato, anno dopo anno, a valutare il passaggio all’architettura x86 di Intel.
Dal 2005 ad oggi, Intel e Apple sono state in stretta partnership, con l’azienda di Cupertino tra le prime ad ottenere nuove CPU. Tuttavia, con l’arrivo dell’architettura ARM e visti i risultati conseguiti con iPhone e iPad, Apple ha deciso di fare un ulteriore passo con la transizione da Intel ad Arm.
Il primo MacBook con processore Made in Cupertino arriverà entro la fine di quest’anno, anche se non sono ancora note né le performance, né la fascia di prezzo. Nel momento in cui stiamo scrivendo, gli sviluppatori possono accedere a un kit che utilizza lo stesso processore dell’iPad Pro, A12Z Bionic, 6GB di memoria RAM e 512GB di storage su SSD su cui potranno lavorare per svolgere tutte le procedure di porting delle proprie app.
Le CPU realizzate da Apple avranno più core sia a livello di CPU e GPU, oltre a un sistema di gestione energetica rinnovato. Al momento non vi sono ulteriori dettagli, anche se Tim Cook ha specificato che continuerà a lavorare con Intel.
Due anni per il passaggio
Ma quali saranno le tempistiche? Apple ha stimato circa due anni prima che il passaggio sia completato e affinchè la famiglia di dispositivi adotti complessivamente i processori realizzati ad-hoc.
Nel frattempo, macOS Big Sur è stato già ricompilato interamente per i nuovi processori Apple così che tutte le applicazioni native e quelle professionali di Apple possano girare nativamente su ARM.
A detta di Apple la transizione sarà semplificata per la maggior parte delle app. Nel 90% dei casi basterà aprire un’applicazione e ricompilarla tramite Xcode per avere la nuova versione destinata alle CPU ARM.
Ad oggi, le principali software house come Microsoft e Adobe stanno rispettivamente lavorando a Office e alla Creative Suite, per rendere le app disponibili nel giorno stesso in cui arriverà il primo MacBook con processore Apple.
Non resta, quindi, che aspettare per scoprire tutte le novità apportate da questa transizione che conferma, ancora una volta, la volontà di Apple di rendersi sempre più indipendente.