App Store di Apple è un monopolio? L’accusa non è del tutto campata in aria, dato che una Corte Suprema degli Stati Uniti sta indagando proprio su questo. Al centro della controversia legale c’è una battaglia legale dell’antitrust americano, incentrata sul severo controllo di Cook & Co. sul suo App Store di iOS.
È in discussione se l’approccio di Apple, secondo il quale gli sviluppatori di App sono praticamente costretti a vendere i loro software per iPhone e iPad esclusivamente tramite l’App Store ufficiale di Cupertino (e pagare ad Apple il 30%) sia o meno una violazione delle leggi antitrust statunitensi. E se abbia quindi contribuito a far aumentare i prezzi per i consumatori.
La Corte Suprema che sta indagando non emetterà una sentenza di colpevolezza o innocenza, ma deciderà solo circa le legittimità della causa intentata contro Apple. Per sapere se l’accusa su monopolio contro Apple troverà o meno un appoggio legale, occorrerà aspettare.
Secondo quanto si apprende dai media statunitensi, la prima udienza non pare essere stata molto favorevole ad Apple. I giudici hanno dimostrato una forte apertura verso i consumatori, mettendo addirittura in discussione il regolamento vigente. Ciononostante, una sentenza non è prevista prima di giugno del prossimo anno.
Appe monopolista con App Store? Cosa non torna
Ma qual è il nesso centrale di questa storia. E perché Apple è finita al centro di questa querelle? In sostanza, almeno secondo Apple, la legislazione corrente (negli USA) stabilisce che i consumatori sono autorizzati a intentare causa con l’accusa di monopolio ai danni di un’azienda solo a chi vende direttamente loro un bene. In questo caso, dunque, secondo Apple la causa può essere intentata solo verso gli sviluppatori delle App, essendo l’App Store una piattaforma di vendita terza. L’accusa, invece, è convinta che ci sia la mano di Apple dietro l’aumento dei prezzi e i costi aggiuntivi sulle App. La miccia è accesa.