Il crollo dei Bitcoin è verticale. La più famosa criptovaluta a livello mondiale si trascina il mercato, lanciando un grosso allarme per gli investori. Dopo aver sfondato la soglia dei 5000 dollari, Bitcoin ha subito un tracollo che ha portato il valore a 4213 dollari. Si tratta del minimo registrato a settembre 2017.
Anche le altre valute sono calate notevolmente in termini di valore. Il passivo più pesante è stato registrato da Ethereum, criptovaluta che si aggira sui 120 dollari dopo –20%.
Il mercato delle criptovalute in allarme
Ma quali sono le motivazioni dietro a questo sell-off? Già la scorsa settimana vi erano le prime avvisaglie. Tuttavia, la criptovaluta principale ha perso il 70% del proprio valore fatto registrare il 1 gennaio 2018. In poco più di 10 mesi, Bitcoin è crollato inesorabilmente. Anche Ethereum è sceso in picchiata dal valore di 1000 dollari; una svalutazione dell’85%.
Ovviamente, fin dal debutto del Bitcoin, il mercato finanziario aveva acceso i riflettori su questa criptovaluta. Al tempo stesso, gli avvisi sulla volatilità eccessiva arrivavano da tutte le parti.
Le possibili spiegazioni dietro a queste vendite improvvise possono essere principalmente due. In primis troviamo la scissione del Bitcoin Cash, clone del Bitcoin originale, con sviluppatori e miner che non sono riusciti a trovare un accordo sul suo futuro.
Non solo, anche la Sec, ovvero l’ente federale statunitense preposto alla vigilanda della borsa valori, ha annunciato le prime sanzioni civili contro due società di criptovalute. Quest’ultime non avrebbero registrato le proprie Initial Coin Offering (ICO) come security, ovvero sorta di titoli azionari. Le società coinvolte, Airfox e Paragon Coin inc, dovranno pagare sanzioni pari a 250 mila dollari per compensare gli investitori.