Facebook Zuckerberg rimozione dalla presidenza
Facebook Zuckerberg rimozione dalla presidenza

Un momento delicato per Mark Zuckerberg e Facebook. Diversi investitori, per la maggior parte fondi, hanno deciso di appoggiare la proposta di un’azionista di Facebook per rimuovere Zuckerberg dalla presidenza del consiglio di amministrazione del social network.

L’indiscrezione riportata dal Wall Street Journal sottolinea come questo attacco sia giunto anche da molti fondi. In particolare, tra i principali protagonisti troviamo i fondi pensione di New York e quelli di Rhode Island e Illinois. Al tempo stesso è presente anche un hedge fund, Trillium Asset Management.

La creatura di Zuckerberg al centro degli scandali

Mark Zuckerberg scandali Facebook

I recenti scandali come Cambridge Analytica e l’attacco data breach30 milioni di account sembrano aver minato definitivamente la posizione di Mark Zuckerberg. Proprio il fondatore di Facebook, in occasione dello scandalo Cambridge Analytica è stato chiamato a testimoniare anche di fronte al Congresso americano.

La situazione di Facebook sembra essere complicata. Ad oggi, la capitalizzazione del social network è pari a 460 miliardi di dollari e lo stesso Zuckerberg detiene circa il 60% dei diritti di voto.

La proposta supportata dai fondi pensione e hedge fund sarà votata in occasione della riunione annuale degli azionisti della società, a maggio 2019.

Dalla sede di Facebook, a Menlo Park, non sono arrivati commenti alla vicenda. Tuttavia, Zuckerberg sembra essere sempre più sotto pressione.

Gli attacchi hacker, le fake news e bug vari della piattaforma stanno, secondo i fondi pubblici e hedge fund, dimostrando l’incapacità di Zuckerberg di non saper gestire una serie di scandali ad alto impatto.

Non resta, quindi, che aspettare per scoprire se e quando Mark Zuckerberg sarà o meno rimosso dalla presidenza del consiglio di amministrazione del social network più famoso al mondo. Al tempo stesso, il fondatore di Facebook può continuare a dormire sogni tranquilli, considerata la sua percentuale di diritti di voto.