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Digitale terrestre: perché con DVB-T2 dovremo cambiare decoder o televisione

2022: Odissea nel digitale terrestre DVB-T2. Non si tratta di un film che strizza l’occhio a Stanley Kubrick ma della data di passaggio al sistema di trasmissione del digitale terrestre di seconda generazione, stabilito dall’Unione Europea (anche per l’Italia). Tutto questo avviene a dieci anni dallo switch off definitivo allo standard DVB-T, che nel nostro Paese è avvenuto definitivamente il 4 luglio 2012.

La transizione dalla prima alla seconda generazione di trasmissione del segnale terrestre DVB-T2 avverrà dal primo gennaio 2020 a giugno del 2022.

Per DVB-T s’intende Digital Video Broadcasting – Terrestrial (ovvero trasmissione video digitale terrestre). Si tratta dello standard adottato dal Consorzio Europeo DVB per sostituire il vecchio segnale terrestre analogico a partire dagli anni 2000.

Già dal primo gennaio 2017 le nuove TV in commercio consentono la ricezione del segnale DVB-T2 e dal 1º luglio dello scorso anno sono gli unici televisori a poter essere venduti per legge.

Come dicevamo dal 2020, invece, inizieranno le trasmissioni terrestri nel nuovo formato captabili esclusivamente con sintonizzatore digitale (integrato o esterno) per la ricezione di programmi in tecnologia DVB-T2 con codifica HEVC

(o successive evoluzioni) approvata nell’ambito dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU).

I nuovi sintonizzatori DVB-T2 consentono, nella maggior parte dei casi, una compatibilità pregressa con lo standard DVB-T. Al contrario, decoder e televisori di vecchia generazione DVB-T non saranno più compatibili con il DVB-T2 e non è possibile intervenire con un aggiornamento software.

Cosa fare quando avverrà lo switch-off

L’unica alternativa per continuare a guardare i nostri programmi preferiti attraverso l’antenna di casa prevede, dal 2022, la sostituzione delle vecchie TV o l’uso di decoder esterni, come avvenne nel 2012 con l’introduzione definitiva ed esclusiva del DVB-T. Questo adeguamento imposto dall’UE graverà, però, inevitabilmente sul portafoglio delle famiglie italiane, anche se non nel breve periodo.

Quindi cosa succederà effetivamente da giugno 2022? Una catastrofe terrestre? Un’apocalisse digitale? Un terremoto multimediale? Nulla di tutto ciò ma occorre guardarsi bene intorno e acquistare televisori di ultima generazione, stando attenti a non incorrere in qualche bufala, ad esempio, coi volantini dei megastore o on-online, soprattutto in questa settimana di sconti in occasione del Black Friday.

In sostanza con lo switch-off del 2022 accadrà semplicemente che con i nostri vecchi televisori e decoder. A meno di cambiamenti come l’adozione di uno standard MPEG4, non sarà più possibile ricevere i canali nello standard DVB-T.

Nel caso in cui l’Italia adotti lo standard MPEG4 al posto di MPEG4, tutte le TV che mostrano ad oggi i canali HD come 501, 502, etc…, saranno compatibili con DVB-T2.

DVB-T2, verificare l’etichetta di televisori e decoder

Ma vi starete chiedendo, come faccio a sapere se il televisore che ho acquistato negli ultimi due anni è compatibile con il DVB-T2

? Se l’acquisto è successivo a giugno 2017 è molto probabile che la TV sia già compatibile con lo standard DVB-T2. Altrimenti vi hanno truffato. Invece, quelli comprati prima luglio 2016 daranno schermo nero a partire da luglio 2022.

Come per il passaggio al DVB-T del 2012 occorrerà, quindi, acquistare un televisore con sintonizzatore DVB-T2. In alternativa, è possibile collegare i vecchi televisori a un decoder abilitato al nuovo standard del digitale terrestre.

Pertanto quando vi recate negli store di elettronica con l’intenzione di acquistare una nuova TV prestate attenzione all’etichetta (solitamente posta nel retro del televisore o del decoder abilitato). L’etichetta del televisore compatibile con DVB-T2 dovrà contenere tra le specifiche tecniche lo “standard DVB-T2” e il “codec H265/HEVC”. Tutto questo per non incorrere, come spesso è accaduto, in una delle tante truffe degli anni recenti.

DVB T2 favorirà la rete mobile 5G

Il DVB-T2 arriva quasi in contemporanea al lancio del 5G (in fase di rodaggio) ed è proprio questo standard di trasmissione ultra-veloce della rete mobile che ci costringerà a cambiare decoder del digitale terrestre.

Vi starete giustamente chiedendo: che c’azzecca il digitale terrestre con la rete mobile 5G? Non siamo impazziti, ma occorre sapere che lo standard dati per la telefonia mobile 4G e 5G funzionerà sulle frequenze a 700 MHZ. Quest’ultime sono state usate per la trasmissione dei canali sul digitale terrestre DVB-T.

Con l’entrata nell’etere del segnale DVB T2 HEVC, che renderà obsoleti tutti i televisori ed i decoder che non sono in grado di riceverlo, il segnale che viaggia sulle frequenze a 700 MHz sarà utilizzato dalla reti mobili 4G e 5G, per tutti gli operatori di telefonia mobile italiana.

Vantaggi DVB-T2

Da una parte l’impiego della nuova banda a 700 MHz per le reti ultraveloci penalizzerà le tasche dei consumatori; per via del passaggio definitivo al DVB-T2 HEVC dal 2022. Dall’altra, offrirà vantaggi in termini di velocità di trasmissione dei dati Internet in mobilità e di aumento della qualità audiovisiva dei nuovi canali del digitale terrestre con standard DVB-T2.

Come riporta L’Agocom, “Il Piano prevede 15 nuove reti digitali terrestri in tecnologia DVB- T2, così ripartite: 10 reti nazionali in banda UHF, 4 reti locali in banda UHF e una rete su base regionale in banda III VHF destinata, secondo la normativa vigente, alla trasmissione di programmi televisivi in ambito locale nonché di programmi di servizio pubblico contenenti l’informazione a livello regionale.”

D’altro canto, per le reti 4G e 5G, l’utilizzo dei 700 MHz consentirà una migliore copertura del segnale mobile per smartphone e tablet, un superamento più agevole delle barriere all’interno degli immobili, e un incremento della velocità di navigazione su contenuti internet multimediali e applicazioni varie.

Luigi Vecchio

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