Se fino ad oggi, guardando le specifiche hardware di uno smartphone, alla voce fotocamera leggevamo OIS, che indicava la stabilizzazione ottica per scatti e riprese, presto andremo oltre. Si, perché Vivo, produttore cinese tra i pochi a non aver ancora sfondato del tutto in Europa, ha svelato cosa si cela dietro la tecnologia “micro gimbal”, che promette di dare alle persone un sistema fotografico con risultati di stabilizzazione attualmente possibili solo utilizzando un gimbal.
Un gimbal è uno strumento che utilizza motori e sensori intelligenti per supportare e stabilizzare una fotocamera, il che significa poter filmare in maniera fluida mentre si è in movimento. I registi usano tipicamente dolly e steadicam per mantenere le riprese stabili
ma questi strumenti, non assistiti da computer, richiedono all’operatore di essere altamente qualificato.I gimbal nascono da tale concetto ma in un corpo più compatto e che lavora assieme ad una fotocamera montata esternamente, che si tratti di una reflex o di uno smartphone. Anche in questo caso però c’è bisogno che la persona che gira abbia un minimo di praticità perché, semplificando, è come se il gimbal avesse una vita a sé, pilotato in maniera decisamente diversa da quanto siamo abituati con il solo telefono tra le mani. Utilizzando motorini silenziosi che eseguono micro-regolazioni sui bracci, il gimbal tiene lo smartphone fermo, perché ad alzarsi e abbassarsi, andare a destra o a sinistra, è lui, in maniera naturale e dinamica, senza scossoni o tremolii.
La notizia è che la prossima generazione di smartphone, partendo dal Vivo X50 Pro, rischia di far fuori l’utilità del classico OIS, potendo integrare al loro interno già una struttura simile, ancora più piccola, che sostituisca, o almeno lavori in concomitanza, con la stabilizzazione odierna
. A spiegarlo è proprio Vivo con un video che vale più di tante spiegazioni.In particolare, questo meccanismo, definito “micro gimbal” è costituito da un telaio magnetico controllato da alcune bobine (concetto simile all’OIS convenzionale ma ulteriormente perfezionato), insieme a una staffa di sospensione collegata alla base della fotocamera, con doppi cuscinetti a sfera. Insieme, questi consentono al sensore/sensori di adottare angoli di inclinazione fino a 3 gradi ciascuno (da -3 a +3), tre volte quelli possibili da un sistema OIS tradizionale.
La sfida è stata piegare la doppia bobina in rame a forma di S, per ridurre lo spazio ed evitare eventuali tensioni durante la stabilizzazione. Da qui la superficie extra (363 mm²) occupata dall’intero modulo, sebbene Vivo sia riuscita a mantenere lo spessore totale a 4,5 mm. Il vantaggio principale è ovviamente la potente stabilizzazione ottica, specialmente quando si riprendono video in condizioni di scarsa illuminazione. Il futuro è in combinazione: gimbal a doppio asse e OIS a 3 assi, per dimenticare vibrazioni in ripresa.
Detto ciò, il Vivo X50 Pro uscirà il 1 giugno in Cina ed è quindi molto più vicino di quello che pensiamo. Resta un dubbio, molto importante: che sensore monterà il telefono? Vivo ha spoilerato di aver lavorato bene con Sony, quindi è probabile che sia la giapponese il fornitore scelto e forse l’unico davvero in grado di cogliere la sfida lanciata dal produttore. A livello tecnico, l’azienda afferma che con il beneficio del micro gimbal, si possono ottenere risultati del 64% migliori rispetto al solo OIS, qualunque cosa significhi.
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