Alla fine la decisione è arrivata. Netflix alza i prezzi del suo servizio. Un aumento del 18% negli Stati Uniti (che con molte probabilità si rifletterà a breve anche sugli abbonati italiani). Per ora i clienti americani pagheranno 8,99 dollari al mese per il servizio di base (in aumento di un dollaro, rispetto ai 7,99 dollari attuali). Per quanto concerne il servizio di
video ad alta definizione (che poi è anche quello più popolare e diffuso), invece, i prezzi salgono a 12,99 dollari al mese dai 10,99 dollari attuali. Difficile al momento ipotizzare quali saranno gli aumenti per gli abbonamenti italiani, ma siamo nell’ordine di uno o due euro al mese.«Cambiamo i prezzi di tanto in tanto mentre continuiamo a investire nell’intrattenimento e migliorare l’esperienza dei clienti su Netflix» si legge in una nota. I titoli Netflix salgono in Borsa del 6%. Dall’inizio dell’anno sono in rialzo del 30%.
Intanto è di questi giorni la notizia che gli utenti Netflix che condividono la loro password per smezzare i costi dell’abbonamento potrebbero presto passare guai seri. A quanto pare, infatti, la società americana dello streaming, grazie a un nuovo software basato sull’intelligenza artificiale, sarà presto in grado di stabilire se ci sono utenti che barano. Utenti che, pur di dividere il costo dell’abbonamento mensile, hanno credenziali (nome utente e password) in condivisione con altri utenti.
Ma cosa rischia chi condivide la password di Netflix? Rispondere a questa domanda non è semplice. Molto dipenderà dalle decisioni che prenderà la stessa Netflix. Quel che è certo è che la condivisione delle credenziali d’accesso (e dunque dell’abbonamento) è vietata dal regolamento di sottoscrizione. Quindi l’utente è sicuramente in torto. Capire cosa possa rischiare, invece, è ancora presto per dirlo. Del resto, Netflix potrebbe anche decidere di denunciare penalmente
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